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Questa raccolta di racconti, di vite che si intrecciano fra loro seguendo un filo casuale o deliberato, è nata dall'ascolto di "Anime salve" l'ultima opera di Fabrizio de André prima della sua morte. Durante un concerto, al quale ho assistito, De André spiegò che le parole "anime salve" significano in latino "spiriti solitari", e che il disco vuole raccontare storie di persone che attraverso le proprie difficoltà riescono a trovare o a ritrovare sé stessi senza prendersi in giro e senza nascondersi, a volte scegliendo strade difficili da comprendere o da apprezzare, ma che spesso rappresentano l'unica soluzione per sopravvivere.